Due individui sono stati arrestati ingiustamente.
È stata disposta un'inchiesta in merito a un raid della polizia al National Press Club (NPC) di Islamabad, dove sarebbero stati aggrediti diversi giornalisti.
Le riprese mostrano agenti di polizia armati di manganelli che aggrediscono i giornalisti nei locali del circolo stampa.
Ulteriori immagini diffuse sui social media hanno mostrato agenti che trascinavano i giornalisti fuori da quella che sembrava essere la mensa.
In un video si vede un giornalista che tiene in mano la sua telecamera rotta, con la maglietta strappata sulla schiena.
Il ministro degli Interni Naqvi ha condannato il raid in una dichiarazione, definendolo "deplorevole". Ha chiesto un rapporto al capo della polizia di Islamabad.
Ha sottolineato che la violenza contro i giornalisti è inaccettabile e ha chiesto provvedimenti disciplinari nei confronti dei funzionari coinvolti nell'incidente.
Il presidente dell'Unione federale dei giornalisti del Pakistan (PFUJ), Afzal Butt, insieme al ministro di Stato per gli Interni Talal Chaudhry, hanno tenuto una conferenza stampa presso l'NPC.
Butt ha raccontato come i responsabili del circolo stampa che hanno tentato di mediare durante il raid siano stati picchiati dalla polizia.
Ha affermato che due individui sono stati arrestati ingiustamente durante il raid e poi rilasciati dopo l'intervento di altre persone presenti sulla scena.
Butt ha affermato che la PFUJ ha convocato una sessione d'urgenza per decidere le richieste e le strategie per prevenire simili incidenti in futuro.
Ha avvertito che ignorare questa situazione avrebbe incoraggiato azioni simili in altre città come Lahore, Karachi, Peshawar e Quetta.
Il ministro Talal Chaudhry ha condannato il raid, ha presentato delle scuse e ha promesso di incontrare le associazioni dei giornalisti dopo i colloqui.
In una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio si afferma che il raid è stato causato da un tentativo di arrestare i manifestanti del Jammu Kashmir Joint Awami Action Committee (JKJAAC).
Si sostiene che i manifestanti abbiano malmenato gli agenti di polizia, il che ha spinto la polizia a entrare nel circolo stampa per effettuare degli arresti.
Il ministro dell'Informazione Attaullah Tarar ha definito l'incidente deplorevole e ha promesso un'indagine approfondita, affermando che il raid non era stato ordinato dal Ministero dell'Interno.
Gli organi di stampa, tra cui il PFUJ, hanno definito il raid "terrorismo" e hanno chiesto un'azione immediata contro i responsabili.
Hanno affermato che l'incidente faceva parte di una campagna più ampia contro i professionisti dei media.
Il Lahore Press Club ha chiesto la sospensione e l'arresto del personale di polizia coinvolto, avvertendo che se non si fossero presi provvedimenti, si sarebbero scatenate proteste a livello nazionale.
La giornalista Shiraz Gardezi ha affermato che l'incidente è iniziato dopo che i manifestanti del JKJAAC si sono radunati presso l'NPC, spingendo la polizia a circondarli.
Anche la Commissione per i diritti umani del Pakistan (HRCP) ha criticato il raid, chiedendo un'inchiesta e l'assunzione di responsabilità nei confronti dei soggetti coinvolti.
I giornalisti di tutto il Pakistan hanno annunciato una "giornata nera" in segno di protesta, issando bandiere nere nei circoli della stampa.
Il presidente della PFUJ Butt ha descritto il raid come uno dei giorni più bui nella storia del Pakistan, definendolo un attacco alla libertà di stampa.
Ha ribadito che i giornalisti elaboreranno una strategia per garantire che incidenti simili non si ripetano più.








